Nel settore della moda, a cui è riservata la dovuta aura di “sacralità”, risulta ancora complesso introdurre nuove tecnologie che agevolino la comunicazione del brand a la vendita dei prodotti.
La medesima sorte è riservata alle "nuove professionalità", ancora valutate con estrema cautela, soprattutto nel Bel Paese.
Eppure, come abbiamo già anticipato in un precedente post, il connubio tra tradizione e innovazione non è impossibile, anzi determina la creazione di un valore aggiunto che può diventare fondamentale anche per il rilancio di marchi in difficoltà.
Il digitale ha le sue professionalità che il mercato, dall'industria 4.0 al mondo dei servizi, cerca e utilizza sempre con maggior frequenza.
Anche per la moda è giunto il momento di adeguarsi al digitale e alle sue notevoli potenzialità. Per farlo ha bisogno di professionisti con skill ed esperienze ad hoc.
Si tratta di figure nuove, atte a rispondere alle nuove esigenze del mercato, dai nomi e dalle qualifiche ben note a chi frequenta gli ambienti digitali: eCommerce manager, fashion country manager, ricercatore di tendenze, fashion design manager, fashion event coordinator, fashion semiology specialist.
Andiamo ad analizzare ad esempio la figura dell'eCommerce manager che è un professionista molto ricercato che parte dal presupposto fondamentale che l’esperienza d’acquisto online ha dinamiche e procedure completamente differenti da quelle che si attuano nel tradizionale punto vendita.
Sa come deve essere presentato un capo o un accessorio, dalla sua fotografia, ai video fino alle descrizioni, in modo da renderlo desiderabile al target di riferimento, tenendo presente che l'esperienza d’acquisto online deve essere confortevole e offrire sempre qualcosa di più, rispetto al negozio.
Una altra figura molto richiesta è quella del fashion design manager, evoluzione dei ruoli dello stilista e del fashion designer. Risulta solitamente a capo di un progetto, capace di prevedere ed elaborare le tendenze traducendole in abiti e accessori dalla forte identità.
Per realizzare prodotti innovativi e di qualità non si ferma alla release, ma ne cura il posizionamento sul mercato e la comunicazione, con l’impiego di linguaggi appartenenti alle arti visive, al design, ai media digitali, al marketing, alle nuove tecnologie, al product management, all'art direction e alla comunicazione d’impresa.
In questo delicato e fondamentale processo aiutano discipline come la fashion semiology e il semiomarketing, che introducono la capacità di interpretare e inserire il variegato mondo dei segni (dalle forme ai colori) nei prodotti del lusso e della moda.
I tanti più o meno giovani che sognano una carriera nella moda 2.0 dovrebbero sapere, insomma, che il percorso è molto più articolato in relazione ai nuovi stimoli tecnologici e comunicativi del mondo contemporaneo.
LE NUOVE PROFESSIONALITÀ DEL FASHION 2.0
Reviewed by Polisemantica
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1:40:00 PM
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